[1344] No Monti (every)Day (reprise)

Per chi volesse approfondire una serie di proposte che arrivano dal fronte dell'economia etica, ecologica e cooperativa, volte a trasformare l'attuale crisi economica globale in un'opportunita' di giustizia ridistributiva, segnalo due ottimi interventi nei quali mi sono imbattuto oggi, uno da eticaeconomia.it e uno da sbilanciamoci.info.

Non male, anche se molto piu' semplice e un po' ormai datato, anche il contributo di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini pubblicato oggi da Repubblica e ripreso da Micromega.

[Questo post e' la continuazione costruttiva di questo].

Commenti

CICCILLO ha detto…
qui si parla di economia solidale, etica e via dicendo e intanto assistiamo a cose (anzi in realtà assistono a cose, io no) che possoo farci venire alla mente solo l'amara constatazione di Wim Wenders di qualche decennio fa: "l'America ci ha colonizzato il subconscio"...
Fabio ha detto…
Peraltro l'America ha colonizzato mica male pure il subconscio di Wenders, anche se ovviamente stiamo parlando di americhe diverse.

A proposito di America, la vittoria di Obama ci sta facendo dimenticare tante cose: che gli Americani, a quattro anni dal conferimento del primo mandato, sono ancora in Afghanistan, Guantanamo non mi risulta sia mai stato chiuso anche se non se ne parla piu', la pena di morte non e' nemmeno messa in discussione, ecc.

Un fatto minimo sull'America, che mi hanno raccontato qualche giorno fa. L'amica di una mia amica, tedesca, ha fatto tutti i preparativi per sposare un ragazzo americano che ha vissuto per molti anni in Germania. L'intenzione, dato che sono entrambi freelance designers, era di vivere tra Berlino e New York, e dato che ottenere la residenza americana e' un immane casino lei non se ne e' preoccupata prima del matrimonio (consigliata anche da un avvocato tedesco).

Ebbene, tutto pronto per la cerimonia, che si sarebbe dovuta tenere a New York, tutti gli inviti fatti, i regali e tutto quanto... ma, all'ultimo, alla dogana del JFK, alla sposa non e' stato concesso di entrare negli Stati Uniti. Mi hanno raccontato che una guardia frontaliera si e' insospettita che non si trattasse di una visita turistica, come dichiarato. Ha cercato il profilo Facebook della ragazza e ha scoperto in 30 secondi che era li' per sposarsi.

Cosi' e' stata costretta a imbarcarsi sul primo volo.

(Per inciso: meditate prima di iscrivervi a Facebook e se ci siete cascati cancellate immediatamente il votro profilo permanentemente!)

La cerimonia poi c'e' stata lo stesso (con collegamento Skype con la sposa a Berlino: tempi moderni! Immagino poi la prima notte di nozze in chat che meraviglia dev'essere stata), ma dico questo per dire che la vera faccia dell'America e' ben diversa dal sorriso simpatico di Obama.
prospettive musicali ha detto…
http://www.youtube.com/watch?v=qPPDrXHjJx8
Fabio ha detto…
Strepitoso, non lo conoscevo, grandissimo Zappa.

Il modulo verde che ti fanno compilare quando entri negli Stati Uniti e' uno dei documenti piu' assurdi che mente umana abbia potuto concepire, con domande del tipo: hai mai violentato un minore, hai mai fatto parte di organizzazioni terroristiche, hai mai commerciato internazionalmente esplosivi e partite di droga, sei portatore sano di malattie mortali che si trasmettono per via aerea, ecc.

Poi quando arrivi, dopo una coda di un'oretta (una volta, subito dopo gli attacchi terroristici del 2001 le ore furono tre, in piedi e con contorno di bambini strillanti) ti scansiscono la pupilla, ti prendono le impronte digitali, ti sottopongono a tutte le domande che gli aggradano sulla tua vita privata e professionale, e finalmente se tutto quello che hanno visto, sentito e letto gli e' piaciuto puoi entrare nella land of the free.